La donna di Parigi – 100 anni di Charlot in pillole #2

Donna di Parigi, Lawomanparis1donnadiparigi3

“Tutti i film che ho visto in vita mia dividevano il mondo in buoni e cattivi, ritraevano un cosmo in cui gli esseri umani venivano ritenuti responsabili delle proprie azioni o dei risultati di esse. Tutte queste idee sono assurde, antiquate e ingiuste nei confronti dell’umanità”

La donna di Parigi (A Woman of Paris/Public Opinion) è la prima pellicola di Chaplin girata per la United Artists, fondata nel 1919, prima pellicola in cui non ha un ruolo da protagonista ,appare come facchino alla stazione per pochi secondi.

Finito di girare il 25 giugno 1923, secondo film del suo periodo aureo, da il monello (The Kid) 1921 a luci della città (City Lights) 1931, la sua pellicola meno conosciuta e apprezzata. Primo dei due films in cui non compare, come personaggio principale, l’altro la contessa di Hong Kong (A Countess from Hong Kong) 1967, e altro punto in comune primo dei due suoi films di minor di successo.

Il film, la cui prima si tenne al Criterion Theatre di Hollywood il 1 ottobre 1923, racconta la storia di Marie St. Claire (Edna Purviance) che ama Jean (Carl Miller), ma il loro amore è contrastato dalle rispettive famiglie. La notte decisa per la loro partenza verso Parigi, mentre lei aspetta alla stazione, muore il padre di Jean e lei credendo che lui abbia ceduto alla volontà familiare parte da sola. I due si rincontrano a Parigi, quando lei è diventata l’amante di Pierre Ravel (Adolphe Menjou), e lui è in cerca di gloria come pittore. Il loro incontro, in cui riscoprono di non essersi mai dimenticati e di amarsi ancora, rivoluziona la loro vita. Jean le chiede di sposarla e lei accetta, lasciando il ricco Ravel, ma la madre di lui disapprova e Jean obbedisce alla madre rinnegando la sua proposta, ma non il suo sentimento. Tutti questi avvenimenti portano ad un finale tragico, ma come sempre accade nei films di Chaplin sempre con qualche residua speranza per il futuro, lui si suicida, la madre di Jean per vendicarsi la vorrebbe uccidere, con la pistola con la quale si è ucciso il figlio, ma quando la vede disperata piangere sul corpo del figlio la perdona, comprendendo troppo tardi i suoi veri sentimenti. Il film finisce con Marie che abbandona Parigi e la sua vita piena di lusso per tornare in campagna con la madre di Jean per accudire e crescere bambini orfani, finalmente felice. Nella sua nuova vita sfiora l’incontro con il suo passato quando Ravel in gita in campagna le passa accanto mentre il suo segretario gli sta chiedendo che fine abbia fatto Marie.

Per molti critici e addetti ai lavori fu il primo film a introdurre la psicologia nel cinema drammatico e il primo film nel quale Chaplin dimostrò di essere un autore e non solamente una maschera comica. Da questo momento in poi il cineasta non abbandonerà più questa vena drammatica, via già iniziata con il film precedente il monello, abbandonando però per sempre le comiche.

In questo film la vera protagonista è la vita che a secondo dei momenti ci rende eroi o scellerati, quante volte in questa pellicola cambiamo opinione sulla madre di Jean, Chaplin ha girato questa pellicola in modo che ognuno di noi possa vederci qualcosa di diverso e  che ognuno abbia una reazione differente.

Durante la lavorazione di questa pellicola, come spesso in questo periodo, vita privata e creazione artistica si legarono. Esaurito il suo rapporto sentimentale con Edna Purviance, con cui erano rimasti rapporti di affetto e amicizia, conobbe in un pomeriggio d’estate del 1922 Peggy Hopkins Joyce (Margaret Upton), donna per la quale nel 1920 venne coniato il termine “gold-digger” (cercatrice d’oro), e passò con lei un paio di settimane. Questa relazione diede al cineasta lo spunto per la donna di Parigi.

Pellicola che oggi viene considerata una pietra miliare della storia della cinematografia mondiale, all’epoca fu un grosso insuccesso di pubblico, forse troppo abituato al suo personaggio.

Sicuramente un film da riscoprire assolutamente fondamentale nella filmografia chapliniana, fondamentale per la sua crescita e per i suoi capolavori futuri.

Curiosamente in Francia ed in pochi altri paesi il film uscì con il titolo provvisorio Public Opinion.

Andrea Maraldi per CinemaeCinematografi

Pubblicato da CinemaeCinematografi

Cinefilo, Proiezionista...... Sono un amante del bel cinema (specialmente del periodo muto), collezionista di dvd (quasi 4000), di libri e riviste e altro materiale. Frequento festival come Bologna, Pordenone, Torino e altri,mi tengo informato. Sono romano ma da qualche anno ho scoperto la gioia di viaggiare e di cercare nuove avventure lavorative ho lavorato infatti a Prato ed ora sono a Milano). Ho avuto la fortuna di poter fare il lavoro più bello al mondo, il PROIEZIONISTA, facendovi guardare film belli o brutti ma sempre proiettati con la massima cura. Spero con questo blog di suscitare in voi emozioni come i film di cui parleremo.