La grande battaglia cinematografica seconda parte

LA GRANDE BATTAGLIA CINEMATOGRAFICA (AMERICA – EUROPA)

2. – Internazionalizzazione e collaborazione.

Abbiamo chiuso l’articolo del numero precedente con queste domande : quale è la posizione dell’Italia, e quale atteggiamento dovrebbe prendere ; che cosa dovrebbe chiedere a sè stessa, e al Governo Nazionale ? Prima però, di rispondere, e prima di addentrarci nel vivo della questione, crediamo opportuno chiarire alcuni concetti, primi tra tutti quelli di internazionalizzazione e di collaborazione. Questi concetti sono chiari per i tecnici e per tutti quelli che nella cinematografia e della cinematografia vivono, da molto o da poco ; ma non sono altrettanto chiari per il pubblico. A questo, dunque, “Cinemalia” si rivolge con queste note.

Internazionalizzazione del film è parola moderna, recente, nata dal bisogno di conferire al film quanto più possibile di quei pregi di contenuto e di forma che possano renderlo ugualmente accetto a pubblici diversi per gusto e per mentalità. L’America ci ha dato il primo esempio di attuazione. Impostata la cinematografia come vera e propria industria, con capitali ingenti e con organizzazioni poderose, nacque ben presto la necessità di diffondere il prodotto di quest’industria anche di là da i proprii confini geografici, e si manifestò di pari passo, la necessità della internazionalizzazione del film. Ebbe fortuna, l’America, nell’attuazione di questo criterio industriale : il momento le era propizio : le Case europee chiudevano a una a una i loro teatri di posa, gli elementi artistici del vecchio continente erano alla fame, o cambiavano mestiere ; e a gl’industriali americani non mancavno i dollari per esercitare su quelli un efficacissimo richiamo. Cominciò l’esodo ; e se da qualche tempo si verifica un graduale e lento rimpatrio, fino a poco fa si poteva notare che quelli che erano stati i migliori elementi italiani, francesi, tedeschi, quelli che offrivano garanzia di versatilità e di duttilità, erano tutti passati a Hollywood. Ond’è che il film americano si costellò di interpreti di differenti nazionalità, che alle differenti nazioni potevano, se non dire la parola della patria, almeno portare il volto e il sorriso della patria. E per questa ragione, e per il caos nel quale era piombata la cinematografia europea, e per la sapiente e lenta e metodica infiltrazione commerciale, il film americano trionfò, e, se non trionfò, s’impose. Senonchè, aveva raggiunto l’America realmente la ideata internazionalizzazione ? A noi pare di no. Artisti di diverse nazioni, sì ; ma contenuto essenzialmente e quasi esclusivamente americano : vita, costumi, mentalità : americanizzazione degli artisti stessi. Si sarebbe portati a pensare, se non fosse enormemente paradosssale, a uno scopo di mostruosa propaganda panamericana ! Scopo, dunque, che parve raggiunto in un primo tempo, quando le altre nazioni prodruttrici nulla avevano da opporre ; e che si vede mancato, ora che un certo risveglio si va verificando qua e là per la vecchia Europa.

Su un allargamento del concetto dell’internazionalizzazione si basa la collaborazione, parola e necessità anche più recenti. Qui non si tratta soltanto di riunire in uno stesso film o in una Casa Editrice artisti di diverse nazioni ; ma anche, e sopratutto, di mettere insieme le forze di due o più Case, di nazioni diverse : elementi artistici e tecnici, capitale occorrente, organizzazione commerciale per lo sfruttamento del prodotto. E con una restrizione del concetto della collaborazione – alla quale anche l’America, sporadicamente, si è attaccata, specialmente quando ha dovuto constatare che la internazionalizzazione intesa alla sua maniera era poco meno che fallita – si è arrivati ( o si è partiti? ) all’idea del film europeo. La collaborazione, così concepita e attuata, è già un fatto del giorno, come notavamo nel nostro articolo precedente ; e oggi, a distanza di quindici giorni dalla pubblicazione di quell’articolo, dobbiamo constatare che l’attuazione se ne va facendo larga e rapida più di quello che non potevamo prevedere.

Notavamo, infatti, che importanti consorzii internazionali vanno sorgendo in Europa, sull’esempio della industria germanica, che ha chiesto spontaneamente la cooperazione di Case straniere, rivolgendosi più largamente alla Francia ; e sull’esempio dell’Inghilterra, dove il Governo ha sentito il bisogno e il dovere di provvedere con larghezza di mezzi, e con protezioni legislative, alla tutela del film inglese, e gl’industriali hanno accolto con vivo favore, e hanno attuato, il principio della collaborazione. E sul nostro tavolino di redazione abbiamo, sia dalla Germaniache dall’Inghilterra, richieste di nominativi di industriali italiani disposti a trattare per la fabbricazionedi film di qualunque genere sulla base di un proporzionale apporto di capitale, di una proporzionale garanzia di collocamento del film nei mercati del mondo, e di un accordo sulla scelta e sulla nazionalità degli interpreti, degli elementi direttivi e tecnici, dei paesaggi, dei soggetti, eccetera, eccetera.

Non vogliamo per il momento far nomi, perchè questo sarà oggetto di un prossimo articolo ; ma possiamo dire che a poco a poco l’Europa sta costituendo il suo fronte unico, si sta rafforzando in un’unica ampia trincea, e sta preparando la sua arma di combattimento: il film europeo.

Intendendo, l’internazionalizzazione alla maniera come l’aveva intesa intesa e applicata, l’America ha dimostrato di avere sbagliato strada. Di questo errore, e di questo odor di fronda che serpeggia per l’Europa, l’America si è già accorta. Era corsa la voce che due delle più importanti organizzazioni industriali-commerciali americane, la Metro-Goldwyn-Mayer e la United-Artists, si fossero già accordate tra loro, allo scopo di unificare la loro produzione e il loro commercio, e che altre fusioni fossero venute, o stessero per avvenire. La prima voce è stata smentita : la seconda ancora no. Comunque, è evidente che questa coalizione europea, basata appunto sulla collaborazione, ha suscitato qualche apprensione in America, ha aperto gli occhi a più di uno, e ha suggerito a più di uno di correre ai ripari, prima che il dominio americano su i mercati mondiali sia spazzato via per sempre, o scosso in qualche maniera. In fondo, la logica delle cose è questa, e la poniamo qui a guisa di conclusione di quest’articolo : all’Europa non manca la buona volontà, come i fatti hanno dimostrato e vanno sempre più luminosamente dimstratrando ; non manca il capitale, specie se al capitale verrà, col moltiplicarsi delle possibilità di sfruttamento del prodotto, asscurata la sua reintegrazione, e un anche onesto margine di utile ; non mancano nè artisti, nè Direttori, nè tecnici, e tanto meno mancheranno in proseguo, quando gli europei attualmente in America faranno ritorno in patria, sia spontaneamente e per proprio sentimento, sia per una provvidenziale levata di scudi di quei pochissimi Americani di Hollywood che sono veramente Americani, della quale era stata data notizia qualche tempo fa ; non mancano nè paesaggi, nè sole – ; per quanto da i tecnici modernissimi il sole sia stato destituito della sua potenza, e condannato alla sola funzione romantica di disco nascente o morente in un effetto di alba o di tramonto – ; non manca, dunque, nulla, all’Europa ; con l’aggiunta, che essa ha una certa cosa che l’America non ha mai avuto : la fortuna di aver dato vita alla cinematografia – vedi Francia – e il vanto di aver con quest’arte dettato legge al mondo – !

Cin.

Fonte :

Cinemalia 15 gennio 1928

 

 

 

 

 

Pubblicato da CinemaeCinematografi

Cinefilo, Proiezionista...... Sono un amante del bel cinema (specialmente del periodo muto), collezionista di dvd (quasi 4000), di libri e riviste e altro materiale. Frequento festival come Bologna, Pordenone, Torino e altri,mi tengo informato. Sono romano ma da qualche anno ho scoperto la gioia di viaggiare e di cercare nuove avventure lavorative ho lavorato infatti a Prato ed ora sono a Milano). Ho avuto la fortuna di poter fare il lavoro più bello al mondo, il PROIEZIONISTA, facendovi guardare film belli o brutti ma sempre proiettati con la massima cura. Spero con questo blog di suscitare in voi emozioni come i film di cui parleremo.